Tavenna, tra Abruzzo e mare su una dolce collina

Tra le dolci colline comprese tra i fiumi Trigno e Biferno sorgono dolci paesi che spaziano con lo sguardo dall’Abruzzo e relative montagne (su tutte le Majella) fino al mar Adriatico; uno di questi è Tavenna, spartiacque tra l’entroterra con i comuni a minoranza croata, Acquaviva Collecroce, San Felice del Molise e Montemitro, e la costa con il comune di Montenero di Bisaccia.

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Cenni storici

Partiamo dal nome: Tavela in lingua slava, Casal Taverna nella numerazione del Regno del 1608 e Casal di Tabenna nei registri parrocchiali del 1656. L’origine è stimabile certamente nel periodo aragonese, non prima del 1354, allorquando una colonia di immigrati slavi-croati, già viventi in Molise, vi si insediò. L’origine, dunque, è slava, anche se qui, a differenza dei paesi circostanti, non si sono conservati lingua, usi e costumi.

Prima di tali vicende Tavenna si pensa fosse costituita da numerosi casali. Sulle falde di Montelateglia, nella parte a nord del paese, vi era una cappella denominata ”Santa Maria in Basilica”. Il sito è stato certamente abitato prima di Tavenna; sul posto probabilmente era collocato un rilevante insediamento già in epoca osco-sannita.

E’ certificato che su Montelateglia fu fondato un monastero dai benedettini; nell’XI secolo, fu costruito un nuovo monastero, con il precedente probabilmente distrutto da un terremoto. L’insediamento poi, nei secoli, deperì fino a diventare dapprima poco più che un villaggio per poi, nel XV secolo, rimanere disabitato.

Cosa vedere

L’elemento di maggior rilievo del paese è la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, la cui prima pietra fu posta nel 1770 con i lavori terminati tre anni dopo. La facciata è tipicamente settecentesca mentre gli interni sono decorati con stucchi. Altri luoghi sacri sono il santuario dell’Incoronata, chiesa di antichissima costruzione che conserva un coro ligneo intagliato e la chiesetta di San Nicola di Bari risalente alla fine dell’800.

Su Montelateglia, invece, si trova l’omonima chiesa, già menzionata, più volte ricostruita, l’ultima delle quali dopo la seconda guerra mondiale quando, il 23 ottobre 1943, la retroguardia tedesca la distrusse per evitare che diventasse un luogo per le osservazioni degli Alleati.

Tradizioni e gastronomia

Tra le feste religiose sono da menzionare quella per il Patrono, San Giorgio e quella di maggio in onore di San Nicola. A settembre, poi, si tiene la fiera mercato e sagra della carne di Sant’Irene. , manifestazione durante la quale è solita prepararsi una pietanza tipica del luogo, la carne di pecora alla Sant’Irene con una lenta cottura di oltre tre ore.

Riguardo la gastronomia sono da menzionare anche la ventricina, tipica della zona, li paste, lu ciell, lu tarall (dolci della tradizione che si preparano in occasione dei matrimoni) e, tra i liquori, è da assaggiare l'”amaro Montelateglia“.

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