Spinete: cosa vedere e cosa fare in paese?

Te truov ‘ngoppa a na cullina addò ru sol ce gira tuorn tuorn”, così recita una vecchia poesia dialettale che parla di Spinete, paese di origine medievale che si estende su un insieme di collinette ricche di boschi fertili e vallate.

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Cenni storici

La zona dove sorge Spinete ospitò un insediamento di Sanniti lungo il tratturo Pescasseroli-Candela fino a quando i Romani li sottomisero e, secondo alcuni ritrovamenti archeologici, furono costretti a trasferirsi in contrada Masseria Strada Vecchia.  Dopo una serie di successioni e passaggi di proprietà, l’ultima famiglia feudataria proprietaria di Spinete fu quella degli Imperato, che fu titolare del feudo spinetese fino al sovvertimento del feudalesimo.

Pochi anni dopo l’Unità d’Italia, venne data esecuzione alla ripartizione delle terre demaniali ai più poveri. I contadini ai quali vennero affidati i terreni, però, vivevano tutti in paese e col tempo in molti si trasferirono nei pressi dei campi dando vita alle tante borgate (ben tredici).

Durante il secondo conflitto mondiale venne preso di mira dall’esercito tedesco ma, nella notte tra 23 e 24 ottobre, venne liberato da un’avanguardia canadese che diede il comando di interrompere il bombardamento previsto per il giorno seguente.

Cosa vedere

Il palazzo marchesale, per la sua imponenza e le sue caratteristiche strutturali, è l’edificio più prestigioso e di attrazione del paese. Con estrema probabilità, originariamente era una piccola fortezza voluta dai normanni e successivamente divenne una residenza signorile di proprietà della famiglia Imperato. La struttura subì notevoli danni a causa dei forti terremoti verificatisi nella zona matesina, in particolare con il terremoto del 1805. Infatti, dallo stato attuale del palazzo, si evince che esso è costituito da due parti: quella più antica (situata in basso), costruita con piccole pietre scure e, quella recente (situata in alto), costruita con grandi pietre chiare.

La Chiesa di Santa Maria Assunta fu edificata nel 1241, come si può dedurre dai reperti archeologici del campanile. Nel corso degli anni, a causa del tempo e dei terremoti, la struttura ha subito molte ristrutturazioni. Leggenda narra che l’ultima erede della famiglia dei marchesi, Elisa Francipani, seguiva le celebrazioni liturgiche dal coretto di casa sua che comunicava con la navata sinistra della Chiesa. Quest’ultima, nel ‘700, fu portata a tre navate e nell’800 venne ingrandita e abbellita con coro e sagrestia. Recentemente, in seguito al terremoto del 2001, è stata riportata al suo vecchio splendore con numerosi lavori di ristrutturazione e restaurazione.

La stessa antichità della Chiesa Madre può essere attribuita alla Chiesa di San Pietro Apostolo, poiché già nel 1309 fu citata in un autorevolissimo documento dell’archivio Vaticano. Essa fu costruita per venire incontro all’esigenze di una parte della popolazione spinetese, spostatasi nella parte bassa del paese. Si tratta di una struttura semplice, ad una sola navata, ma molto coinvolgente ed accogliente.

“Essere di Spinete vuol dire avere devozione per San Giovanni Battista”; da questa grande venerazione, nacque l’esigenza di costruire una chiesa in suo onore (attualmente la chiesa di campagna più grande del Molise).

Numerosi sono i miracoli attribuiti al grande santo: tra tutti, quelli compiuti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando San Giovanni salvò la chiesa dai bombardamenti e limitò a due il numero dei morti.

Tradizioni e gastronomia

Gli spinetesi hanno a cuore la festa del santo patrono, San Giovanni Battista, onorata il 24 giugno. Tra le feste laiche è da ricordare l’estate Spinetese che ogni anno organizza la Pro-loco ad inizio agosto.

In merito alle prelibatezze spinetesi, il comune di Spinete è rinominato per essere una zona particolarmente florida di produzione e raccolta del tartufo, in particolare il tartufo bianco. Inoltre quando sarete a Spinete chiedete di provare i piatti tipi del posto tra cui l’impaniccia e le taccuzzelle e fagioli.

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