Un weekend di primavera, un paese in festa e greggi di pecore, capre, vacche e cavalli per le strade.
È “U lut’m sabb’t d’abbrìl” e Santa Croce di Magliano si veste a festa per celebrare la benedizione degli animali in onore della Madonna dell’Incoronata. Una tradizione doppiamente sentita, con il lato religioso da una parte e la rinascita della primavera dall’altro.

I preparativi iniziano già diversi giorni prima quando i proprietari delle fattorie procedono a lavare, pulire ed abbellire gli animali in vista della festa. La mattina, poi, partono verso il paese dove, nel frattempo, si ritrova la popolazione con i propri animali domestici.

La tradizione vuole che, percorsa la strada che conduce alla chiesa di San Giacomo, si compiano tre giri attorno alla stessa al termine dei quali il prete procede con la benedizione degli animali.

La popolazione, assiepata nel piazzale della chiesa e tutt’intorno ad essa, assiste tra aria di festa e ammirazione verso gli animali, alcuni dei quali maestosi, eleganti ed abbelliti ancor più con fiocchi e nastri colorati. A seguire si svolge la processione della statua della Madonna dell’Incoronata, preceduta da un gruppo di cavalli.

Tradizione nella tradizione, poi, è quella riguardante alcuni cavalieri che indossano a tracolla la treccia, latticino tipico di Santa Croce di Magliano che al termine della manifestazione dividono con amici e parenti.

La storia

Le origini di questa tradizione, comune anche ad altri paesi anche se in un diverso periodo (basti pensare alla benedizione degli animali in occasione di Sant’Antonio il 17 gennaio), sono a tutt’oggi sconosciute.

Potrebbe trattarsi dell’unione tra la benedizione degli animali, per l’appunto, e la festa dell’Incoronata. Quest’ultima, essendo molto venerata nel Santuario di Foggia, potrebbe far pensare ad un legame a doppio filo. Da una parte la transumanza, con Foggia tappa finale di alcuni tratturi, e dall’altra la fede, con gran parte della popolazione che si recava in Puglia per vari pellegrinaggi. Questi, probabilmente, erano in direzione Puglia proprio a causa dalla transumanza.

La tradizione vuole che la sera dell’ultimo venerdì del mese di aprile arrivava in paese la compagnia santacrocese di ritorno dal pellegrinaggio al santuario della Madonna di Volturara. Arrivati in paese percorrevano tre giri intorno alla Chiesa di San Giacomo dove si concludeva il viaggio. Gli stessi tre giri li compivano anche i transumanti nel momento di arrivo a Santa Croce.

Un rito antico, tipico dei paesi a vocazione contadina, ma diverso da tutti gli altri. Un modo diverso per vivere e conoscere un luogo e persone nuove.

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