Pietracupa, viaggio tra le meraviglie della Betlemme del Molise. 

Pietracupa, la cosiddetta piccola Betlemme del Molise, così come la considerano in molti per la sua particolare e straordinaria conformazione, è posta nel cuore del Molise, in un territorio fortemente caratterizzato dalla presenza di rocce cenozoiche.

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Cenni storici

Pietracupa, dagli ultimi studi, pare sorse intorno al VI secolo d. C. come insediamento di monaci nelle grotte presenti nelle rocce di quello che è l’attuale parco. Fu antico feudo appartenuto a varie famiglie, dai Carafa ai Gaetani, dai Bracia ai Francone.

Cosa vedere

Attrazione principale del paese è la Chiesa di Sant’Antonio Abate, in posizione dominante sull’intero territorio circostante e caratterizzato dalla presenza di numerose caverne di piccola dimensione; al di sotto è da visitare la cripta, utilizzata inizialmente come abitazione, venne poi trasformata in tribunale ai tempi dell’Inquisizione, fino ad essere utilizzata come prigione, ed infine come luogo per le esecuzioni capitali. Sospeso sull’altare si può ammirare un prezioso crocifisso ligneo senza braccia, recuperato tra i rifiuti, risalente al 1500.

Da visitare anche la Chiesa di San Gregorio Papa, costruita ai margini del paese e il Museo della Rupe, mostra permanente di strumenti di tortura. Nella galleria è possibile visualizzare alcune foto esplicative degli strumenti presenti nel Museo.

Da vedere anche altri due musei: “La casa dei ricordi” (museo etnografico) e “Pietracupesi nel mondo – il loro cammino” (museo fotografico).

Tradizioni e gastronomia

Quattro sono le principali tradizioni del paese: 

  • Carnevale: processo e esecuzione al carnevale, fantoccio portato per le strade da diavoli. Dopo il corteo, il fantoccio viene fissato ad un filo metallico per essere gettato tra le fiamme sotto gli occhi dei genitori;
  • Festa dell’Uva: manifestazione che rappresenta momenti della raccolta e lavorazione delle uve. Sfilata di carri allegorici, vino e tante prelibatezze.
  • Messa domenicale antecedente il Natale: tradizione nata per caso dai rapporti familiari di Don Orlando con Enzo Ferro, inizialmente per uno scambio di auguri. Questi, nel 1991, organizzò nella Cripta una messa cantata con la partecipazione del maestro d’organo Antonio Colasurdo, la moglie Mena, gli zampognari Iezza Claudio e Aldo che, oltre le note novene, eseguirono motivi composti proprio per la Grotta ed il Cristo della Grotta.
  • I cartocci e le ‘ndocce: nel tardo pomeriggio del 24 dicembre sulle finestre delle abitazioni del paese vengono accesi dei piccoli lumi a vento denominati Cartocci. Per l’occasione vengono condotte in processione delle gigantesche torce chiamate “‘ndocce“ che assumono la forma di piramide di legno coronata da rami di alloro e di cipresso per renderla profumata.

Piatto tipico del paese è lo scattone, ovvero la pasta nel vino e acqua di cottura. Ci sono poi i cavatelli, foglie e pizza grandign (pizza di granone) e cotiche e fagioli.

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