Conca Casale: piccolo, immerso nel verde e con tanto da mostrare

Parti da Campobasso e ti dirigi verso Isernia, poi però prosegui fino a Venafro, entri in paese, prendi una svolta a destra e, curva dopo curva, circondato dal verde, ti avvicini alla meta: Conca Casale.

Un paesino all’apparenza piccolo, poco menzionato e con poco da mostrare; leggendo, guardando e parlando con le persone, invece, ti rendi conto che, nascosti, ha tantissimi luoghi e storie da raccontare.

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Cenni storici

Poche sono le notizie storiche riguardanti il paese; ritrovamenti archeologici, come le mura poligonali su Monte Cerino, Monte S. Croce e nel vicino Monte Sammucro fanno supporre fosse abitato già dai tempi dei Sanniti e l’antico nome “Valle del campo” rimanda proprio alla funzione difensiva del Sannio. Dalle sue fortificazioni, infatti, erano possibili collegamenti visivi con quelle presenti in Campania, nel Lazio e in alto Molise.

Fece parte, come i paesi del circondario, della badia di San Vincenzo al Volturno. In seguito divenne feudo di Venafro e, nel 1811, fu data al comune di Pozzilli prima di diventare comune a tutti gli effetti nel 1911.

Cosa vedere

Conca Casale, nonostante sia il paese più piccolo della provincia di Isernia ha tanto da mostrare al visitatore. L’abitato odierno si estende in una conca ai piedi dei monti che lo proteggono e, per questo, gode di un clima più mite degli altri centri limitrofi. E’ formato da quattro frazioni: Piazza, Vicinato, Colle e Crognalito, con quest’ultima che probabilmente prende il nome dal crognale, albero presente in buona quantità e dai cui frutti si ricava il crognolo.

Nel centro abitato vero e proprio è da vedere la chiesa di Sant’Antonio di Padova. Fino al primo dopoguerra, tra la chiesa ed il comune, vi era un’altra chiesa, con ingresso rivolto verso sud e un ossario.

Lungo il vialone che entra in paese, prendendo una traversa sulla destra, si sale alla chiesa dei SS. Cosma e Damiano mentre, a due chilometri dall’abitato, si trova la chiesa di Santa Maria delle Fontane che custodisce un pozzo la cui acqua viene benedetta ogni anno. Riguardo questa, leggenda narra che la Madonna apparve ad un pastore e gli disse di costruire una cappella; gli abitanti di Conca non gli credettero, cosa che invece fecero quelli di Carpinone. Ed è per questo che i due paesi sono uniti, con la Festa della Madonna delle Fontane che si svolge a maggio a Conca ed a settembre a Carpinone.

In ultimo, i resti del sito e della chiesa di Santa Caterina, del Convento di San Domenico, i resti di quella che pare fosse una torretta di avvistamento e quelli di un insediamento sannitico.

Gli amanti della natura possono rifarsi occhi e polmoni dai Monti S. Croce, Corno e Sammucro. Parte di questo territorio, dove è facile reperire reperti di guerra, già area di interesse comunitario Monte Corno-Monte Sammucro, è inserito anche nel circuito delle aree Wilderness d’Italia.

Tradizioni e gastronomia

Due sono le feste religiose più importanti: la Festa della Madonna delle Fontane, che si svolge la seconda domenica di maggio, in cui si benedice, come già detto, l’acqua del pozzo presente e la Festa di Sant’Antonio di Padova, Patrono del paese.

Un’altra tradizione è legata ad un prodotto tipico del territorio, ovvero i legumi; nel mese di agosto, infatti, si svolge la tradizionale Sagra dei legumi con, capo fila, le lenticchie, interessanti a tal punto che anche l’Università del Molise se ne è occupata.

Nel periodo di Pasqua, come da tradizione della valle del Volturno, si realizza una frittata con molte uova arricchita da erbe e salsiccia.

In ultimo non si può non parlare della “Signora di Conca Casale“: no, non è una signora a tutti gli effetti ma un insaccato, non legato alla tradizione povera ma considerato prodotto pregiato. Il salume è annoverato tra i presidi Slow Food e individuata tra i prodotti agroalimentari tradizionali molisani. Nota di colore? Leggenda vuole che sia stata assaggiata (ed apprezzata) anche dalla Regina Elisabetta II.

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