San Biase, passeggiata tra storia e vicoli. Alla scoperta del paese, curiosità e tradizioni

Nel lembo di terra tra la valle del Biferno e quella del Trigno sorge un paesino, uno dei più piccoli del Molise, ma che ci regala tante cose da sapere, fare, vedere e assaporare; parlo di San Biase.

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Cenni storici

Il centro, abitato sin dalla fine del Trecento, fu chiamato “Santi Biasi” nel XV sec., nome quasi certamente proveniente da un romitorio dedicato a San Biagio Vescovo Armeno attorno al quale si sviluppò l’originario villaggio.

Nei libri di storia viene menzionato anche un Alibamonte di San Biase che, nel 1326, partecipò, con il duca di Calabria, a una spedizione militare in Toscana. Numerosi furono i signori: i conti di Aquino in epoca sveva, i Santangelo nel periodo angioino, gli Evoli, gli Stendardo, i Filangieri, i di Sangro e i Carafa fino ai De Blasiis, ultimi feudatari.

A proposito di cavaliere, è da menzionare un ritrovamento fatto proprio in territorio di San Biase: Il Cavaliere di San Biase, il più grande gruppo scultoreo conosciuto in ambito italico, ritrovato casualmente in agro di San Biase; una scultura in pietra attualmente esposta al Museo Sannitico di Campobasso e da cui è stato tratto lo short film intitolato, per l’appunto, “Il Cavaliere di San Biase“.

Da ricordare, in ultimo, che San Biase fu l’unico paese a ribellarsi ed uccidere un barone. A tal proposito sono consigliati la lettura dei libri di Michele Tanno, “Il barone e i contadini” e quello di Alessia Braia “Un velo di maschera”.

san biase

Cosa vedere

Tra le attrattive sono da segnalare la chiesa di Santa Maria dell’Acquabona, del XV sec.; di stile barocco ha elementi medievali nella facciata e nel campanile che presenta anche muratura a blocchi con arcate gotiche. L’interno, barocco, a navata unica, conserva, sulla destra, una teca con le reliquie di Santa Pia martire e vergine. Il nome della chiesa, inoltre, deriva dall’acqua buona che sgorga nelle sue vicinanze.

Un palazzo da vedere è il palazzo Antonino; sorto anch’esso nel XV secolo fu trasformato nel 1660. Interessante è anche la croce viaria presente in paese realizzata in pietra.

La natura nei dintorni regala luoghi magnifici come il bosco Maccavillo ideale per passeggiate e pic-nic.

Tradizioni e gastronomia

San Biagio, il patrono, la cui festa ricorre il 3 febbraio, è il protettore delle malattie della gola: i fedeli si recano in chiesa per sottoporsi all’unzione della gola con l’olio santo. Paesane preparano, poi, pagnottelle che vengono benedette e distribuite. La sera che precede la festa si gioca alla morra e si beve il vino paesano.

Numerose sono le feste che si svolgono nel corso dell’anno: Giornata dell’emigrante, Giornata dell’anziano, Giornata dei bambini, Giornata della cultura, Giornata del Contadino, Sagra delle “pallotte cacio e uova”, Sagra Sagne alla z’F’Lmèn, maitunate.

Menzione particolare meritano il

  • Palio dei Rioni, in cui i quattro rioni, Borgo Croce, Valle, Centro e Alto, si sfidano in vari giochi legati alle tradizioni molisane: Morra; Corsa con la Tina; Mangiata del: chi è più ingordo?; Futsal (a sostegno di ciò che era la squadra del paese); Voche (classico gioco effettuato con le pietre e la precisione nel lancio, tipico anche delle zone limitrofe); Tiro alla fune; Tressètte; Scopa; Màzz’e píú’z.
  • Palio degli Asini: svolto il 15 agosto si stabiliva quale fosse l’asino migliore. Ogni rione ha a disposizione trenta minuti per proporre una rappresentazione teatrale.

Prima di parlare del piatto tipico non si può non menzionare un prodotto P.A.T. (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani), la patata lunga di San Biase, divenuto da circa due secoli tradizionale della zona. Dagli anni cinquanta è utilizzata la varietà “Quarantina del Molise”. Una leggenda è legata al tubero, si racconta infatti che fu portata dai francesi di Napoleone.

Un battaglione di francesi inviato da Campobasso Trivento, per sedare una ribellione fomentata da briganti, fece campo per la notte alle porte di San Biase. Alcuni ragazzi, incuriositi dagli uomini in divisa, si avvicinarono all’accampamento e li videro mangiare per la prima volta delle patate. I francesi accorgendosi dello stupore dei ragazzi, donarono ad essi alcuni tuberi consigliando di seminarle nei campi. Da quel momento la patata divenne un alimento fondamentale a San Biase.

Piatto tradizionale sono le “sagne alla z F’lmena“, fatte con pasta di grano duro e condite con sugo di carne di maiale e le patate cotte sotto la coppa del camino con le testine di agnello; la bontà del piatto deriva dalla cottura fatta a fuoco vivo ma lento.

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