Civitacampomarano, noto per aver dato i natali agli illustri Vincenzo Cuoco e Gabriele Pepe, è tornato nelle cronache molisane qualche anno fa a seguito delle frane che ne stanno distruggendo il centro storico. Per salvarlo da questo triste destino è nato il CVTà Street Fest, festival di arte di strada con il compito di valorizzare e rivalutare il borgo antico.

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Cenni storici

L’origine di Civitacampomarano è incerta. Fu costruito nella posizione attuale presumibilmente nel X secolo, a seguito della fusione di diversi villaggi sparsi nella valle. Nel corso dei secoli fu affidato a vari nobili come Paolo Marchesio, i Del Balso, i di Sangro e i Mirelli, che rimasero fino all’abolizione della feudalità.

La storia del paese racconta di illustri personaggi fondamentali nella storia d’Italia. Vincenzo Cuoco fu uno storico ed uomo politico che fece anche parte del governo della Repubblica Partenopea. Fu anche consigliere di Cassazione, di Stato e direttore del Tesoro. Altro personaggio fu Gabriele Pepe, patriota e letterato. Oltre ciò, combatté anche nell’esercito napoleonico. Fu un eroe della Repubblica Partenopea e assunse cariche politiche quando i Borboni dovettero concedere lo Statuto.

Cosa vedere

Il borgo di Civitacampomarano, di impianto tipicamente medioevale, è dominato dal possente castello angioino. Il territorio circostante è disseminato di numerosi calanchi che lo caratterizzano notevolmente. Nelle contrade emergono antiche testimonianze di cocci, tegoli e vasellame, alcuni databili all’epoca sannita, altri addirittura alla preistoria. Molti di questi ritrovamenti si devono al tratturo “Celano-Foggia” che attraversa il territorio comunale.

Nella parte alta del paese si trova il castello. Di fattura robusta perché adibito a fortezza, presenta un portale del ‘300, un ponte levatoio e torri massicce e merlate. Nell’abitato si possono ancora visitare le case del Cuoco e del Pepe. A poca distanza dal paese si trova il cimitero napoleonico. Si tratta dell’antico cimitero del paese, costruito dopo l’emanazione dell’editto di Saint Cloud da parte di Napoleone Bonaparte, che prevedeva la tumulazione dei defunti al di fuori delle mura. Questo è uno dei pochi esempi rimasti di cimiteri napoleonici nel centro-sud Italia. Da visitare anche le chiese, di Santa Maria Maggiore, di San Giorgio Martire e di Santa Maria delle Grazie.

Tradizioni e gastronomia

Ottima è la cucina, ricca di calorie con i “ciell arechine”, fatti con pasta frolla, mosto cotto, miele e pane raffermo. Anche qui, come in altri paesi della zona, si festeggia San Giuseppe con un pranzo di 13 pietanze offerto a tre persone che rappresentano la Sacra Famiglia.

Tra gli eventi, di respiro internazionale, è il CVTà Street Fest, festival dell’arte di strada nato nel 2015 sotto la direzione artistica di Alice Pasquini. Oltre agli interventi “live” di arte permanente che vengono realizzati sui muri del paese, il programma di “CVTà” prevede una serie di iniziative ed eventi collaterali che vanno dalle visite guidate alla musica e gastronomia.

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