Castelmauro, ai piedi di Monte Mauro con la testa tra le stelle

Castelmauro è situato in un caratteristico ambiente alto-collinare tra i boschi verdeggianti presenti ai piedi del Monte Mauro (1025 m s.l.m.), che si erge ad occidente dell’abitato circondato da una bellissima “faggeta depressa“.

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Cenni storici

Agli occhi degli abitanti e dei pellegrini dell’XI sec. che si recavano nella chiesa, colmi di riverente venerazione per S. Leonardo di Noblat, l’abitato doveva apparire molto diverso da come lo vediamo oggi. Probabilmente si trovavano di fronte due piccoli insediamenti urbani che col tempo, e con l’estendersi delle costruzioni, avrebbero assunto denominazioni distinte: la parte più alta, avrebbe preso il nome di Castelluccio, per il castello edificato nel 1250, che garantiva maggiore sicurezza ai residenti; la zona situata più in basso, invece, si sarebbe chiamata Acquaborrana per il torrente Vurriano che ne bagnava la collina.

All’inizio della dominazione angioina, entrambi i feudi appartenevano a Bertrando del Reale, suocero di Giacomo Cantelmo, al quale ne passò la signoria. Ai Cantelmo seguirono le famiglie: D’Evoli, Ferri e Mormile, fino a giungere al duca di Canzano, che ne conservò il dominio fino all’abolizione della feudalità. A quest’ultimo si deve la trasformazione del castello in palazzo ducale. Nel 1885 i cittadini riuscirono a trasformare la denominazione del loro paese da Castelluccio Acquaborrata in Castelmauro.

Castelmauro, per il suo clima fresco ed asciutto, è stata la residenza estiva dei vescovi di Guardialfiera. Qui nacque Padre Giovanni Boccardi, astronomo di fama internazionale il quale, grazie al suo talento e alle pubblicazioni sull’astronomia, fu insignito del premio Vatz ed a cui, da qualche anno, è dedicato l’osservatorio astronomico costruito dal Prof. Dario Mancini proprio su Monte Mauro.

Cosa vedere

Una volta giunti a Castelmauro è interessante visitare la chiesa di San Leonardo, di origine romanica. Sulla piazza si aprono tre porte dell’edificio sacro, corrispondenti alle tre navate che ne dividono l’interno. Sono da ammirare l’altare maggiore che si presenta adorno di un crocifisso di marmo verde, gli altari lignei laterali rivestiti in oro zecchino, il coro, il pulpito e l’organo. Al centro del pulpito, ricco di intagli, sorrette da teste di puttini, vi sono le tavole della Legge (i dieci comandamenti). Il campanile, a cinque piani, ospita quattro campane, due delle quali di fabbricazione agnonese.

Di grande interesse storico è il palazzo dei Cantelmo, restaurato nel XV-XVI secolo, con la corte ed alcuni ambienti interni dell’edificio, anch’essi risistemati nel periodo rinascimentale. Degne di visita sono la chiesa di Santa Maria della Salute, il cui campanile presenta una campana agnonese fusa da Pasquale Marinelli. Sulla porta d’ingresso vi sono due iscrizioni lapidee, che ricordano gli interventi di restauro e di decoro, curati dai due vescovi di Guardialfiera, nel 1456 da S.E. Mons. Giacomo e nel 1675 da S.E. Mons. Giacomo Pedinino. Sono da visitare anche la chiesa di Sant’Antonio di Padova, la cui costruzione risale al XV secolo e restaurata nel 1905 e la chiesa di San Nicola di Bari, restaurata nel XVII secolo da S.E. Mons. Giacomo Pedicino.

Di grande interesse naturalistico è il parco di Monte Mauro che ospita l’unico bosco di faggi della zona e che invita a una salutare passeggiata. Sulla cima, poi, come detto, l’osservatorio astronomico che propone interessanti conferenze e osservazioni.

Tradizioni e gastronomia

Molte sono le manifestazioni che si svolgono durante l’anno a Castelmauro e che coinvolgono i suoi abitanti: a gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, si dà vita ai tradizionali fuochi all’aperto. Il primo venerdì di maggio si ripete la benedizione degli animali per intercessione di Santa Lucia; a luglio si festeggiano la Madonna del Carmine e Sant’Anna e ricorre la “Festa della Montagna”.

Molto apprezzati sono i lavori artigianali del legno, del ferro, dei ricami e dei lavori al telaio. Di sorprendente ricchezza è la gastronomia locale: i salumi, tra cui le soppressate e le salsicce al peperoncino; le lasagne in bianco con brodo di gallina, i fusilli, i cavatelli, i cuzzitelli, la pasta di Carnevale, la carne di maiale con peperoni nell’aceto, i dolci con il miele, il mosto cotto, i biscotti con semi di finocchio, le friselle con le mandorle e gli ottimi vini locali.

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