Macchia Valfortore, tra lago, verdi colline e molto altro

Su una ridente collina che degrada dolcemente verso il lago di Occhito, sorge Macchia Valfortore, centro di origine medioevale che ha conservato le sue caratteristiche, con case in pietra e anguste viottoli.

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Cenni storici

Le origini del comune risalgono probabilmente al XII sec. Dal momento che il posto dove sorgevano le prime abitazioni era ricco di boscaglie fu data la denominazione di “Macchia“, alla quale si aggiunse nel secolo scorso “Valfortore” per differenziarlo da altri comuni.

La notizia più remota che riguarda il centro risale al periodo aragonese, anno 1443. Nel rapporto diplomatico dell’ambasciatore di Alfonso I viene citata Macchia, il cui titolare era Antonio Colla o Colle. Si successero nel titolo di feudo i de Regina agli inizi del XVI sec., nel 1618, invece, i Cambacorta. Il nome di Gaetano Gambacorta, ultimo titolare della stirpe, è legato alla “Congiura di Macchia“, con la quale si voleva rovesciare l’ordine nel Reame di Napoli. L’impresa fallì e il feudo, devoluto al demanio, fu acquistato dai Grimaldi che lo tennero fino all’abolizione della feudalità.

Cosa vedere

Una volta arrivati in paese, merita di essere visitata la magnifica chiesa di San Nicola di Bari. Legata alla gran venerazione degli abitanti di Macchia Valfortore è l’edificazione della chiesa. Sull’architrave del portale è incisa la data del 1509; considerata la distruzione causata dal terremoto del 1456, la data riportata non si sa se sia quella della fondazione o del restauro. L’edificio sacro, posto nel cuore del paese, è diviso in tre navate. Al suo interno si conservano le statue, quasi tutte opere del Colombo. Inoltre si conserva un ricordo della famiglia de Regina: un quadro pregevole su tavola che adorna la cappella di San Nicola, datato 1520 e l’altare ligneo con i finissimi busti dei dodici Apostoli.

Sono da visitare anche la chiesa di Santa Maria del Bagno, risalente al XVII sec., la chiesa di Santa Maria degli Angioli, la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e il palazzo de Regina-Gambacorta che si presenta maestoso nella piazza, con un’architettura tipicamente medioevale, rimaneggiato in epoca rinascimentale. Degni di attenzione per il loro stile tipicamente barocco, sono alcune abitazioni gentilizie del ‘700.

A valle del paese, dirigendosi verso il lago di Occhito, ci sono poi due chiesette, molto vicine tra di loro: in basso la cappella “Santa Maria a curt”, ovvero Santa Maria degli Angeli; in alto la cappella “Santa Maria a long”, Santa Maria dell’Assunta.

Già menzionato, chi giunge a Macchia Valfortore non può fare a meno di visitare il lago di Occhito, il bacino artificiale più grande d’Italia; chi ha l’hobby della pesca può organizzarsi per la pesca di tinche, cavedani, trote e arborelli.

Degne di menzione sono anche le grotte di Macchia Valfortore, locali letteralmente scavai nella roccia tufacea.

Tradizioni e gastronomia

Tanti sono gli eventi che si festeggiano a Macchia Valfortore:

  • 14 maggio: San Bonifacio (compatrono) – festa e fiera
  • 13 giugno: San Antonio
  • luglio: Madonna delle Grazie
  • 15 agosto: Madonna Assunta con processione fino alla cappella ” a long “
  • 11 settembre: Madonna Incoronata – festa e fiera
  • 6 dicembre: San Nicola (patrono)

Piatto tipico sono i “cicatielle al ragù“, pasta fatta in casa più lunga dei cavatelli condita con sugo di carne di vitello.

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