La primavera è il periodo di uno degli eventi più cari ed attesi dalla popolazione basso-molisana: la Carrese. Tipica di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone queste corse di buoi si svolgono rispettivamente il 30 aprile, il 3 maggio e il lunedì successivo alla pentecoste.

San Martino in Pensilis (30 aprile)

La Carrese è legata ai festeggiamenti in onore di San Leo, monaco benedettino che visse nel Monastero di San Felice nei pressi di Cliternia (oggi località nel comune di Campomarino), patrono del paese (2 maggio). La leggenda ci riporta al XII secolo quando dal paese di Rotello partiva la contea dei conti di Loretello che si estendeva fino in Abruzzo.

Roberto III di Bassavilla, conte di Loretello, un giorno invitò i diciannove baroni che erano alle sue dipendenze ad una partita di caccia. Nel giorno stabilito, in piena notte, partirono con a capo proprio Roberto di Bassavilla, il Conte dei Conti.

Arrivati a Licchiano trovarono la distesa di terra migliore del Tavoliere, completamente coperta d’erba. Legati i cavalli si avviano per la caccia ma, al rientro, una sorpresa. Il cavallo del Conte, incantato, era genuflesso davanti ad una grossa pietra che, smossa, fece apparire una grotta illuminata da una luce più forte di quella del sole. Nella grotta vi era il corpo di San Leo.

I baroni decisero di trasportare le reliquie del Santo, ma in quale paese? Ognuno lo voleva nel proprio e la discussione accese gli animi. Alla fine si decise di far scegliere alla Provvidenza.

Le reliquie furono poste su un carro guidato dai buoi e lasciati liberi; questi iniziarono a correre all’impazzata e, dopo aver attraversato diversi paesi, si arrestarono a San Martino in Pensilis, dinanzi la chiesa di Santa Maria in Pensilis.

Da allora, ogni anno, numerosi sono stati i pellegrinaggi religiosi. Le gare vere e proprie invece, secondo alcuni, iniziarono solamente dopo la traslazione delle reliquie nella chiesa di San Paolo Apostolo, avvenuta nel 1728. Ad oggi vengono corse da Giovani, Giovanotti e Giovanissimi.

Ururi (3 maggio)

Gli ururesi hanno a cuore la loro festa patronale, quella in onore del  Santo Legno della Croce. Ogni 3 maggio si svolge la Carrese, una caratteristica corsa con carri trainati da buoi che percorrono un tragitto di circa 4 km con partenza dalla masseria Pantoni. I carri partecipanti sono tre:  i Giovanotti (giallo-rossi), Fedayn (giallo-verdi) e i Giovani (bianco-celesti).

Il carro che giunge per primo in paese è obbligato a seguire il percorso di via del Piano e via Tanassi, di 19 metri più lungo rispetto ad un altro percorso che, invece, possono scegliere di seguire gli altri carri. Vince il carro che per primo imbocca con metà timone via Commerciale, vicolo che conduce alla chiesa di S. Maria delle Grazie. Il giorno successivo il carro vincitore ha l’onore di trasportare il SS. Legno della Croce di Gesù per le vie del paese.

Portocannone (lunedì successivo alla pentecoste)

Qui la gara consiste in una competizione tra tre “partiti”: i “Giovani” distinguibili per i colori bianco e celeste, i “Giovanotti” con i colori giallo e rosso e, dal 2008, i “Xhuvëntjelvet” di colore arancione.

Si narra che i coloni, una volta giunti sulle coste adriatiche molisane, per la vastità del territorio, decisero di seguire i due buoi aggiogati che trascinavano un carro sul quale fu posta l’effigie della Beata Vergine di Costantinopoli. Questi salirono il bosco di Ramitelli giungendo proprio dove nacque il borgo insieme alla chiesa dedicata a Maria SS di Costantinopoli, la quale divenne subito oggetto di venerazione da parte degli abitanti e un trofeo ambìto delle Carresi.

Significato della carrese

Quale il significato da ritrovare in questa tradizione?

Il bue rappresenta la forza della natura imprevedibile, che l’uomo tenta di misurare e governare, in una stagione in cui, in tutta la sua forza, la natura si risveglia e si passa dalla staticità invernale alla dinamicità della bella stagione e dei raccolti.

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