Montorio nei Frentani, alla scoperta del paese basso molisano

Il viaggio nel basso Molise è di quelli piacevoli e rilassanti, tra dolci colline con un primo sguardo verso il mare; a due passi da Montelongo, tra i fiumi Fortore e Biferno, però, c’è Montorio dei Frentani, così posto su un cucuzzolo che domina le vallate circostanti. Un piccolo paese che racchiude al suo interno storia, cultura e tradizioni. Un gioiellino molisano tutto da scoprire.

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Cenni storici

Non si hanno notizie precise sull’epoca di fondazione di Montorio; tuttavia, sia dai documenti disponibili che dai ritrovamenti archeologici, si presume sia antichissima. Molti infatti sono stati i resti d’epoca preistorica ritrovati in tutto il comune. Fonti storiche documentano che, durante la seconda guerra Punica, il territorio fu teatro di battaglie tra Annibale e Fabio Massimo. Con la caduta di Roma le popolazioni, per sottrarsi alle invasioni barbariche, si raggrupparono nel luogo dove poi nacque il paese attuale. Qui furono costruite le prime abitazioni, intorno al castello e alla chiesa già esistenti.

Il XVII secolo fu un periodo di depressione a causa anche della pestilenza del 1656 e del terremoto del 1688 che ridussero il paese in misere condizioni; solo agli inizi del ‘700, grazie alla feudataria Sinforosa Ceva- Grimaldi, il paese riuscì risollevarsi dalla crisi.

L’etimologia del toponimo è controversa. In alcuni documenti si può trovare sia il nome “Mons Aureus” che “Mons Taurus”. “Mons Aureus” potrebbe derivare dal colore dorato delle sue terre, mentre “taurus” è legato al significato di altitudine. Da uno di questi due nomi venne fuori “Montorius”, mentre l’appellativo “nei Frentani” fu di seguito aggiunto con un Regio Decreto del 1864 per distinguerlo da altri comuni situati al di fuori del territorio regionale.

Cosa vedere

La Chiesa di Santa Maria Assunta sorge nel luogo in cui era presente un’altra chiesa di origine normanna, ad una sola nave, crollata per il terremoto del 1656. La chiesa fu ricostruita nel 1731, nel punto più alto dell’abitato, per volere del vescovo Tria. Della primitiva chiesa rimane solo l’acquasantiera.

Chiesa di Santa Maria del Carmine: è una piccola cappella fondata agli inizi del XIX secolo. Quando il paese era cintato da mura, era collocata immediatamente fuori dall’abitato, in prossimità della porta di S. Sebastiano.

Percorrendo i vicoletti del centro storico si arriva a Palazzo Magliano, modello di abitazione nobiliare di origine medievale. Sotto l’aspetto urbanistico, l’abitato è costituito dalla Terra Vecchia o Rocca, situata sulla sommità del colle, e dal Borgo Murato, muniti di torri e porte di accesso.

La Rocca era circondata da mura e quattro torri. Sul suo perimetro vi erano due porte, una verso ovest detta “Falsa”, che dava sulla campagna, l’altra verso oriente che metteva in comunicazione la Rocca col Borgo, conosciuta anche come “Porta del cortile del palazzo baronale”.

Il borgo è circondato da mura semplici con sette torri. Ha tre porte di cui quella più importante è Porta S. Pietro o Magliano.

Nei quattro punti cardinali del paese sono dislocate delle fontane: Fonte Vacchia, Fonte Trocche, Fonte San Michele, San Mauro, San Marco.

Tradizioni e gastronomia

Una delle usanze più importanti è la festa di S. Antonio Abate, il 17 gennaio in cui si usa allestire diversi falò, detti “fuochi di S. Antonio”. Inoltre questa giornata segna anche l’inizio del carnevale e, nei tempi passati, si usava portare in paese un fantoccio, rappresentante carnevale. Nel piazzale IV Novembre si accendeva un falò e intorno al fuoco si eseguivano musiche e canti popolari con organetti. A sera inoltrata ognuno portava a casa un tizzone perché era di buon augurio.

Molto sentita è la tradizione della Tavolata di S. Giuseppe“, il 19 marzo.

Per quanto riguardano le feste patronali il 12 e 13 giugno si festeggiano i due Patroni, S. Costanzo e S. Antonio. Nel passato, il popolo partecipava attivamente a gare, quali la lotta, la corsa di cavalli, corse a piedi e nei sacchi.

Tra le feste a carattere religioso è anche quella dedicata alla Madonna del Carmine il 16 luglio, giorno durante il quale si svolgono tre processioni e la statua della Madonna, portata dalle donne, è preceduta dalle fedeli che portano covoni di grano ornati chiamati “Manuocchi”.

Tra le usanze la Sagra delle Tolle che si svolge la seconda domenica di agosto per ricordare il granturco. Inoltre si da spazio anche alla cultura con l’evento “Noi…Artisti di Questa Terra” con il quale nel mese di agosto Montorio nei Frentani ospita una rassegna di artisti.

Riguardo la gastronomia si parte dall’olio extravergine prodotto da olivi secolari infatti il comune è nominato “Città dell’olio”. Tra i piatti tipici ci sono i “Frascatielle” (noccioli di pasta bollita conditi con olio, peperoncino e sale), i “ Taccozze du m’lin ”, i “ciufel’ du seppulecr”, le “ Scarpelle ”(pasta di pane fritta) e i “ Bucatini con la mollica” , entrambi degustabili durante la festa di San Giuseppe (19 marzo).

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