Montaquila: storia, natura e molto di più

Zona Volturno, con il fiume che scorre sotto ben visibile e spesso vissuto, Montaquila, e la sua frazione di Roccaravindola, svettano sulla vallata sottostante celando al loro interno storie e luoghi che meritano di essere conosciute. Un ringraziamento all’amico Andrea Di Meo per molte delle informazioni, per la guida fatta in paese e per la foto copertina.

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Cenni storici

In una zona vicina al paese sono stati rinvenuti segni di un insediamento di epoca romana databili tra II e V secolo d.C.; la storia, però, probabilmente risale già all’epoca sannitica. L’origine del nome è incerta ma dovrebbe risalire da Montis Aquili o Mons Aquilus.

Come per gli altri paesi della valle, vale anche per Montaquila l’antica appartenenza alla Badia di San Vincenzo al Volturno come si rileva da un atto notarile del 962. Nel IX secolo pare si sia avuta la nascita di un nucleo di ripopolamento in un territorio chiamato “La Corte” (oggi frazione Masseria La Corte). Dopo la distruzione saracena di San Vincenzo al Volturno ci volle quasi un secolo perché il territorio fosse nuovamente abitato e nacque un nuovo nucleo abitativo dove oggi sorge il paese.

Cosa vedere

A dominare la piazza principale e l’abitato in generale è la chiesa Parrocchiale dell’Assunta, sorta sui resti di una chiesa paleocristiana, e di cui si hanno le prime notizie nel 1100. Nel 1400 un devastante incendio ne distrusse buona parte; dall’apprezzo del feudo, un documento del 1663, risulta che la chiesa madre, dedicata a S. Maria Assunta, era già cadente e in fase di abbandono. Di sicuro si sa che fu abbattuta nel 1850 e ricostruita nel 1888 mentre il campanile, più antico, è datato 1732. Da menzionare in paese è anche la chiesa di San Rocco.

Nella frazione di Roccaravindola alta, in cima ad un colle non troppo distante dal paese, vi è la chiesa di San Michele Arcangelo, risalente al IX secolo, che conserva pregevoli affreschi databili attorno al XIV secolo: la crocifissione, scene della vita di Gesù, l’apparizione degli Angeli ai Pastori in cui spicca la figura di uno zampognaro; quest’ultima sembra sia la più antica rappresentazione di tale figura. Di fronte alla chiesa l’antico palazzo ducale mentre, salendo la lunga scalinata poco distante, si arriva nel centro della frazione stessa con un’altra chiesa ed i ruderi del castello che dominano il territorio da un punto privilegiato.

Presso lo scalo ferroviario vi è anche la chiesa di San Barbato mentre più a valle si trova il fiume Volturno, ancora frequentato dai pescatori, e dove un tempo si trovava la scafa per passare da una sponda all’altra; due curiosità sul fiume: la prima è che qui si tennero anni fa i campionati mondiali di pesca, la seconda è in tale fiume si trova una specie di trota chiamata “trota zebrata del Volturno“. Nel territorio, in ultimo, sono state rinvenute diverse ville-fattorie la più grande delle quali è stata rinvenuta nel sito di Santa Maria degli Angeli, in contrada Castelvecchio.

Tradizioni e gastronomia

Festa e piatto tipico del luogo è la sagra della frittata; preparata in tantissimi modi, soprattutto nel periodo pasquale, a maggio c’è l’evento vero e proprio con la realizzazione di una frittata gigantesca che, nel 2019, ha raggiunto la quota record di 1681 uova.

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