Salcito, alla scoperta della Morgia dei Briganti

Il territorio tra Salcito, Trivento e Pietracupa è costellato di morge affioranti dal terreno; la più famosa di queste è senza ombra di dubbio la morgia di Pietravalle, meglio nota come morgia dei Briganti

Scopriamola insieme, ma vi invito a vedere anche le altre: morgia di Pietra Martino, di Pietra Fenda e di Pietra Lumanna.

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Dove si trova

Come detto, la Morgia dei Briganti si trova in territorio di Salcito, più precisamente lungo la S.P. 73, diramazione della S.P.41 che conduce a Trivento.

Lungo la S.P.73 troverete l’ingresso per l’Agriturismo Morgia dei Briganti; raggiunto il parcheggio troverete subito il percorso che conduce alla Morgia dei Briganti.

Storia

Lo sperone roccioso (cosiddetto morgia) si innalza per circa 55 m e occupa una superficie di circa 1,5 ettari. Sui versanti sud-ovest, sud ed est sono presenti 18 cavità artificiali, distribuite su 4 livelli. Le caratteristiche dell’impianto, della distribuzione e della tipologia delle cavità artificiali (ripari, stalle, sistemi di intercettazione e raccolta dell’acqua, scale, punti di avvistamento) ne fanno un caso di estremo interesse, avvicinabile per certi versi ai siti rupestri della Sicilia interna.

L’analisi delle caratteristiche formali e spaziali dell’insediamento, delle tracce di escavazione e dei reperti ceramici consente di fissare l’origine dell’abitato nei primi secoli del basso medioevo, epoca alla quale risalgono anche le prime attestazioni scritte. Il toponimo è, infatti, documentato dalla seconda metà del XII secolo nella forma Petramvaldam, mentre nella prima metà del Trecento è attestato come Petra Valla.

Dal secolo successivo l’abitato venne gradualmente abbandonato. Gli abitati rupestri non sono rari in Molise, ma molto più frequenti sono nell’area del Fortore. Gli unici nel medio-alto Molise sono i due presenti a Salcito, la Morgia dei Briganti e la Morgia di Pietra Martino sempre a Salcito.

Caratteristiche

Nel versante sud-occidentale sono presenti 15 cavità a pianta quadrangolare e con soffitto piano distribuite su tre livelli. Partendo dal III livello sono visibili 8 cavità che affacciano su una spianata tagliata nella roccia. Ad ovest, un’ampia superficie verticale appositamente tagliata nel banco roccioso mostra numerosi fori rettangolari di piccole e medie dimensioni, scavati nella roccia per alloggiare le travi lignee di una tettoia.

In corrispondenza dell’ampia superficie verticale, al di sotto di due lunghi solchi orizzontali che conservano ancora dei laterizi, si riconosce la cavità C1, non molto profonda e con ingresso a forma di parallelogramma. Proseguendo verso sud, seguono due cavità sovrapposte: quella inferiore è preceduta da due gradini che permettevano l’accesso.

Archeologia e storia della morgia

Nonostante sia difficile ricavare dati certi in merito all’epoca di escavazione, è possibile accertare la funzione primaria e le eventuali trasformazioni. Sulle pareti delle cavità dislocate tra il I e il III livello si riconoscono le tracce lasciate da arnesi a percussione diretta e indiretta, frutto di una lavorazione secondaria e di maggior dettaglio rispetto alla prima sbozzatura. La disposizione e la quantità di fori di piccole, medie e grandi dimensioni e di lunghi solchi scavati nelle pareti esterne del versante sud-ovest, suggerisce la messa in opera di tettoie, scale e impalcature, scomparse a causa della deperibilità del materiale.

Non è da escludere un’analoga presenza di strutture lignee anche sul versante sud-est poiché in cima è stata individuata una cavità che, data la sua posizione elevata, avrebbe potuto sostenere la funzione di controllo della viabilità e del territorio circostante. Importanti avvenimenti susseguitisi nel corso del XV secolo determinarono le sorti del feudo di Pietravalle e del suo insediamento, presso il quale doveva sorgere la chiesa rurale «sub vocabulo S. Laurentii petrevallis» che nel 1575 fu concessa al diacono «Giulio delomonaco terre petrecupe» e che nel 1677 risultava già diruta.

Successivamente le fonti riportano costantemente il feudo di Pietravalle come disabitato, ma, un inedito Relevio del 1780 registra la presenza di «tre guardiani» che sorvegliavano i campi; è possibile ipotizzare che essi, anche se saltuariamente, abbiano occupato le cavità della morgia di Pietravalle o della vicina Pietra Martino.

Difficile appare l’accertamento delle cause che hanno determinato l’abbandono della morgia di Pietravalle che, a differenza di altri abitati rupestri molisani (Pietracupa e Pietracatella) non si è trasformato in un vero e proprio villaggio con case in muratura. L’abbandono va analizzato in rapporto alle dinamiche insediative che interessano il Molise tra medioevo ed età moderna. La risposta potrebbe essere racchiusa nella progressiva migrazione degli occupanti della verso il confinante abitato di Salcito, in relazione forse anche alla vicinanza al tratturo Celano-Foggia che attraversava quel centro.

Il progetto di recupero

La Morgia dei Briganti dopo l’abbandono è stata recuperata grazie all’opera delle Famiglia Ciccarella, attuale proprietaria, che nel 2011 ha dato via al progetto. Tale progetto si è inserito nell’ambito della presentazione di domanda di aiuto ai fini della partecipazione al bando pubblico PSR Regione Molise 2007/2013, misura 3.2.3 “Tutela e riqualificazione del Patrimonio rurale”.

Gli interventi previsti da progetto sono stati finalizzati a garantire la conservazione e il miglioramento della qualità paesaggistica complessiva del luogo, minimizzando l’inserimento di elementi architettonici. Scopo dell’intervento era quello di operare una riconnessione con elementi propri della civiltà contadina e del paesaggio agrario di Salcito, recuperando la visibilità di uno dei luoghi più  rappresentativi del territorio e ancora non sufficientemente valorizzato.

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