Castelbottaccio, luoghi e panorami incantevoli nella valle del Biferno

Lungo la bifernina si trovano numerosi paesi che vi si affacciano; Castelbottaccio, però, un po’ si nasconde e bisogna addentrarsi un pochino per poterlo scorgere. Meglio ancora, però, è arrivare da Lupara per ammirarlo dall’alto, soprattutto dalle colline nei suoi dintorni.

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Cenni storici

Castelbottaccio, adagiato su di una collina sulla sinistra del fiume Biferno dalla quale si può godere della vista su tutta la valle ha una storia ricca, anche nell’evoluzione del suo nome. Castelbottaccio, infatti, detto anticamente Calcabuczam, fu poi rinominato Carcabottaccio nel XVI sec., in seguito Calcabovazzo ed, in ultimo, Castelbottaccio.

Il paese fu fondato dai Normanni nel X secolo e presentava torri e cinta muraria. Anche le prime chiese (tra cui la principale, Santa Maria delle Grazie) erano normanne. Il centro si modificò in epoca rinascimentale e barocca, con la trasformazione del castello in palazzo signorile. Nel 1691 le mura e le torri normanne erano ancora in piedi, come scritto in una relazione di Antonio Galluccio, estimatore vissuto verso la fine del 600. Potrebbero essere state ancora presenti nel 1810. Al tempo dei normanni Castelbottaccio faceva parte della Contea di Molise, continuando ad essere feudo della casa comitale di Molise anche nell’epoca sveva e in gran parte dell’angioina.

Manfredo Marchisio fu il primo feudatario al quale seguirono i Conza, i Piscicelli e i Cardone. Nel XVIII Secolo la moglie di Francesco Cardone, Olimpia Frangipane, accolse nel suo palazzo politici e studiosi del tempo, attirandosi le critiche dei conservatori che vedevano in quel circolo culturale un covo di cospiratori perché anelavano al rinnovamento della società.

Cosa vedere

Da vedere sono la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie in cui sono conservate le statue di San Giuseppe del Giovannitti di Oratino e della Vergine delle Grazie del Colombo. Nella cappella di Santa Giusta c’è una tela di Arnaldo de Lisio, castelbottaccese, che raffigura la Madonna del Carmelo. Altre chiese sono la Cappella di San Oto e la Chiesa di San Rocco.

Da vedere vi sono anche la croce stazionaria, il palazzo baronale, piazza della vittoria, con al centro il simbolo del paese, una botte sormontata dalle mura della “civitas”, la morgia Corvara ed i vari portali in pietra.

Tradizioni e gastronomia

Anche a Castelbottaccio, come in tutti i paesi molisani, vi sono ricorrenze tradizionali: il 12 giugno, in onore di Sant’Antonio, si accende un grande fuoco; a luglio c’è la festa del patrono, San Oto e della Madonna delle Grazie; in agosto, invece, vi è la festa di Santa Giusta, nota per la fiaccolata che si svolge in paese.

Durante le fiere e le sagre è possibile gustare scamorze, pecorino e “pizza scimia“, una pizza non lievitata, cotta sul camino e servita con salsiccia e formaggio fresco.

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