Sesto Campano: sì, è in Molise ed ha tanto da offrire

Proprio ai margini margini margini ovest della regione c’è un paese che, come San Giuliano di Puglia, porta il nome di un’altra regione ma in realtà è tutto molisano: Sesto Campano. Superata Venafro si prosegue fin quasi al confine e lì si trovano questo paese con la sua frazione, Roccapipirozzi, più distante e dominata da un antico castello.

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Cenni storici

Partiamo dal nome: ipotesi lo farebbero derivare da Sesto Aulieno e Sesto Pulfennio, due prefetti romani che operarono attivamente sul territorio; dopo l’unità d’Italia venne aggiunto “Campano” a significare che il comune usciva dal comprensorio di “Terra di Lavoro” ed entrava nella Provincia di Molise.

Proprietari del feudo nel tempo sono stati la fam. Rampini nel XIV secolo, Gurello Origlia, gli Spinola nel 1582 i cui discendenti lo tennero fino all’eversione della feudalità.

Cosa vedere

Nel comune principale interessanti sono la chiesa di Sant’Eustachio, fondata nel XIII secolo con forma medievale salvo essere trasformata nel 1802 quando i restauri la trasformarono in chiesa neoclassica, ed il castello Spinola, di origine longobarda di cui conserva ancora qualche elemento; in una contrada, poi, la cappella romanica della Madonna di Loreto.

Più caratteristica, invece, è la frazione di Roccapipirozzi dove svetta l’antico castello medievale con le torri cilindriche ed il possente muro a scarpa. A poca distanza la chiesa di San Michele. Al termine di una stradina e di un’ampia scalinata, invece, una cappella con affaccio sulla piana sottostante.

Nel comune c’è anche tanta natura, però, con Monte Cesima ed i suoi 1200 m di quota.

Tradizioni e gastronomia

Nella pianura sottostante il paese, attraversata da Volturno e San Bartolomeo, si coltivano soprattutto cereali e pomodori.

Il primo fine settimana di agosto si celebra la festa del Cuore Immacolato di Maria. Il Patrono, Sant’Eustachio martire, si festeggia il 20 settembre.

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