Sepino, immerso nella storia, ma non solo

Sepino sorge su un colle, a 702 metri di altitudine, alle pendici del massiccio del Matese, circondato da verdi boschi e da acque cristalline. Nel suo nome sono racchiusi secoli di storia di cui tante tracce sono ancora visibili nella posizione originaria; il paese moderno, invece, sorge sulle rovine di un antico castello medievale: il borgo antico è caratterizzato da vicoli stretti, ben curati e da scorci caratteristici, oltre che dalle tante testimonianze storiche, tanto in paese, quanto fuori, l’antica Saepinum su tutti.

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Cenni storici

Il luogo fu abitato dai Sanniti sin dal IV sec. a.C. che in questo luogo vi allevavano bestiame e svolgevano i loro commerci poiché era su una zona di transito dato che sorgeva sul tratturo Pescasseroli-Candela e quello del Matese. Fu distrutto dal console Cursone nel 293 durante la guerra sannitica e dopo la caduta dell’impero, con il terremoto del 346, fu abbandonato dalla popolazione.

In seguito fu ripopolato da una colonia bulgara ma nel IV secolo, a causa dei saccheggi da parte dei Saraceni, fu evacuato e gli abitanti si trasferirono su un colle dove sorse l’attuale Sepino. Nel corso dei secoli subì la dominazione normanna, fece parte del Monastero di Santa Sofia di Benevento e appartenne a vari feudatari dai di Molise ai Pignatelli.

Cosa vedere

Nel borgo da vedere assolutamente è la chiesa di Santa Cristina del XIII secolo con un altare barocco e, nella cripta, il busto di legno della Santa. Nella chiesa di Santa Maria Assunta c’è un bel presepe, la chiesa di Santa Lorenza, invece, ha un campanile di età romanica. Famose sono le terme nella zona “tre fontane”. Bellissima, poi, è la piazza centrale del paese dedicata a Nerazio Prisco, funzionario di fiducia dell’imperatore Traiano e membro del consilium principis del suo successore Adriano. All’ingresso del paese, poi, la fontana del mascherone. mentre poco fuori vi è il Convento della Santissima Trinità.

Da non dimenticare, poi, la natura che circonda Sepino, che, come detto, sorge ai piedi del Matese. Assolutamente da andare a vedere è Campitello di Sepino che, con la sua faggeta, è luogo ideale per escursioni, invernali ed estive, e per pic-nic. Curiosità: salendo comodamente in macchina fermatevi all’ultima curva verso destra e voltatevi a sinistra; vi si aprirà un panorama che porta fino al Vesuvio!

Presenti anche delle cascatelle nei dintorni del paese, le principali delle quali sono quella di San Felice e quella della Castagna, oltre quella presente sotto il ponte di San Rocco.

Ultimi ma non ultimi i siti archeologici: Saepinum, San Pietro dei Cantoni e Terravecchia. Scopriamo, nel dettaglio, il primo e più importante.

Saepinum – Altilia

Sepino è noto per il patrimonio archeologico rinvenuto a Saepinum, un’intera cittadina a pianta quadrangolare costruita in posizione strategica lungo due tratturi dove si svolgevano gli scambi dell’intera regione. Le mura presentano quattro porte, Boiano, Terravecchia, Tammaro e Benevento. Ben visibili sono il cardo e il decumano; in corrispondenza della loro intersezione c’è il foro su cui sono ancora visibili i resti di edifici importanti: il Tempio, la Curia, la Basilica e le Terme.

Di pregio artistico sono i monumenti funerari di Ennio Marso, presso la porta di Benevento, e quello di P. Numisio presso la porta Boiano, al di là delle mura.

Tradizioni e gastronomia

Le tradizioni sono ancora vive come le esibizioni dei suonatori di bufù (strumento tipico formato da una canna inserita in una botte coperta da una pelle) la notte di capodanno. Molti sono i festeggiamenti in onore di santa Cristina, patrona e che viene onorata con la “Notte delle Campane“.

Per gli amanti della natura è possibile fare passeggiate in luoghi ameni e in boschi dove crescono funghi di varie specie, che sono molto usati nella cucina sepinese il cui piatto tipico è la “mpanatella” preparata con tante varietà di legumi.

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