Poggio Sannita: alla scoperta di Caccavone

Tra i primi paesi dell’alto Molise ne spicca uno, anche per il suo campanile davvero alto: mi riferisco a Poggio Sannita, conosciuto ai tempi anche come Caccavone. Immerso nel verde della natura regala una gradevole passeggiata dentro e fuori il paese.

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Cenni storici

Il comune, fino al 1922, era denominato Caccavone, nome proveniente dall’antico recipiente di rame, il “caccavo”, utilizzato per lavorare il latte nell’antica pastorizia locale. Poi, in epoca fascista, il Consiglio Comunale approva la storica delibera secondo la quale, poiché il nome del comune era troppo cacofonico, viene cambiato in “Vinoli”, secondo i prodotti tipici locali, vino e olio. L’anno seguente lo stesso Consiglio ritorna sulla questione e approva una nuova delibera con cui il nome del Comune viene cambiato in Poggio Sannita.

L’origine dell’abitato sembra da ricondursi all’alto medioevo, al tempo delle invasioni saracene, che tra l’860 e il 900 d.C. sconvolsero anche il Molise. Il feudo presentava nelle sue proprietà piccoli monasteri, chiesette rurali e, secondo la tradizione, un monastero benedettino sul colle di San Cataldo, con varie badìe secondarie sui colli vicini, come testimoniato da alcuni ritrovamenti.

Il 17 aprile 1862 è una data significativa: alcuni cittadini poggesi, assieme ad altri di paesi vicini, si batterono, nei pressi di Salcito, contro un gruppo di briganti. Dieci poggesi, con il sindaco dell’epoca, restarono uccisi. All’episodio è dedicata la piazza principale, denominata appunto p.zza XVII Aprile.

Cosa vedere

Il Palazzo Ducale è l’edificio storico più importante edificato nel XV secolo. È chiamato “Palazzo Reale” perché si narra che una Regina di stirpe borbonica vi abbia soggiornato, per breve tempo, in occasione di una visita nella zona. Al terzo piano è allestita una mostra fotografica permanente dal titolo “Poggio Sannita: i luoghi e le persone”.

Caratteristico è il centro storico con vicoli, piazzette e stradine: via Cosmo de Horatiis che prende il nome dal cittadino più illustre di Poggio; il caratteristico larghetto Ospedale così chiamato poiché sede di un antico ospedale; Salita Regina Margherita; via Castello, la strada più antica del paese, collega la chiesa madre al palazzo ducale.

Di particolare interesse il borgo Calvario, in passato sede delle attività artigianali; inerpicandosi lungo la salita si arriva al Belvedere “Colle Calvario” sede della villa comunale nonché punto più alto del paese.

La chiesa di Santa Vittoria è la chiesa principale, posta proprio nel cuore del paese. Costruita nel primo medioevo ma distrutta da un terremoto nel 1725 fu ricostruita e in seguito ampliata; vi si trova un’urna contenente un osso del braccio di San Prospero martire, patrono. Di rilevante importanza lo storico organo (1769).

Seconda chiesa del paese è quella di San Rocco; un’altra è quella di Santa Lucia, piccola cappella extra moenia contenente la statua della santa, venerata la prima domenica di Giugno. In tale occasione la tradizione locale vuole che siano benedetti gli automezzi in quanto Santa Lucia è invocata anche come protettrice degli automobilisti.

Dal 2021 in paese sono presenti dei personaggi, realizzati con materiale di recupero, rappresentati in scene di vita quotidiana; sono i babaci, idea delle signore Fausta Mancini e Maria Porrone che, con altre persone, li hanno realizzati e posizionati in diversi punti.

Fuori dal paese vi è la chiesa della Madonna delle Grazie; un tempo era meta di pellegrinaggio il 25 marzo giorno in cui una superstizione poggese vuole che vi si recassero i fanciulli per prevenire l’ernia.

Tradizioni e gastronomia

Numerose sono le feste religiose sentite dai poggesi, tra le quali la festa della Madonna delle Grazie il 25 marzo dove, a seguito della messa, non mancano processione e fuochi pirotecnici. Festa di Santa Lucia la 1ª domenica di giugno, festa della Madonna delle Grazie il 2 luglio, San Rocco il 16 agosto, molto venerato dai poggesi che viene festeggiato anche con giochi popolari, San Cataldo il 17 agosto con fuochi pirotecnici esposizione di prodotti tipici e grande festa nella contrada omonima. A seguire il 21 agosto festa di San Prospero patrono, l’ultimo sabato di settembre si festeggia San Domenico mentre l’ultima domenica di settembre festa della Madonna delle Grazie. Infine 23 dicembre si festeggia Santa Vittoria.

Tra i prodotti tipici del paese troviamo l’olio d’oliva, di altissima qualità e genuinità per la cui valorizzazione il comune ha aderito al consorzio “La città dell’olio”, il vino (fino a poco tempo fa celebrato in una famosa “Sagra dell’Uva) e il miele, prodotto artigianalmente da alcuni poggesi. Negli ultimi anni notevole importanza sta avendo la raccolta del tartufo presente in qualità pregiata sul territorio poggese.

I piatti tipici del paese sono rappresentati da: le sagne a pezzate (lasagne sciolte a pezzi), i cavati (gnocchetti), i cic lievt (pasta tipica lievitata), le pallotte cacio e ova (polpette di uova e formaggio) e i magliatiell (torcinelli di carne d’agnello) oltre ad insaccati vari di qualità.

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