
Carrese: tradizionale corsa dei buoi basso-molisana
Carrese: tradizionale corsa dei buoi basso-molisana
La primavera è il periodo di uno degli eventi più cari ed attesi dalla popolazione basso-molisana: la Carrese. Tipica di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone queste tre tradizionali corse si svolgono, rispettivamente il 30 aprile, il 3 maggio e il lunedì successivo alla pentecoste.
Un po’ di storia
San Martino in Pensilis (30 aprile)
Ururi (3 maggio)
Gli ururesi hanno a cuore la loro festa patronale, quella in onore del Santo Legno della Croce. Ogni 3 maggio si svolge la Carrese, una caratteristica corsa con carri trainati da buoi che percorrono un tragitto di circa 4 km con partenza dalla masseria Pantoni. I carri partecipanti sono tre: i Giovanotti (giallo-rossi), Fedayn (giallo-verdi) e i Giovani (bianco-celesti).
Il carro che giunge per primo in paese è obbligato a seguire il percorso di via del Piano e via Tanassi, di 19 metri più lungo rispetto ad un altro percorso che, invece, possono scegliere di seguire gli altri carri. Vince il carro che per primo imbocca con metà timone via Commerciale, vicolo che conduce alla chiesa di S. Maria delle Grazie. Il giorno successivo il carro vincitore ha l’onore di trasportare il SS. Legno della Croce di Gesù per le vie del paese.
Portocannone (lunedì successivo alla pentecoste)
Qui la gara consiste in una competizione tra tre “partiti”: i “Giovani” distinguibili per i colori bianco e celeste, i “Giovanotti” con i colori giallo e rosso e, dal 2008, i “Xhuvëntjelvet” di colore arancione.
Si narra che i coloni, una volta giunti sulle coste adriatiche molisane, per la vastità del territorio, decisero di seguire i due buoi aggiogati che trascinavano un carro sul quale fu posta l’effigie della Beata Vergine di Costantinopoli. Questi salirono il bosco di Ramitelli giungendo proprio dove nacque il borgo insieme alla chiesa dedicata a Maria SS di Costantinopoli, la quale divenne subito oggetto di venerazione da parte degli abitanti e un trofeo ambìto delle Carresi.
Significati della manifestazione
Quali i significati da ritrovare in questa tradizione?
Il bue rappresenta la forza della natura imprevedibile, che l’uomo tenta di misurare e governare, in una stagione in cui, in tutta la sua forza, la natura si risveglia e si passa dalla staticità invernale alla dinamicità della bella stagione e dei raccolti.